L'adige

Nella pittura di Arturo L. Baldo

By user, j F Y

Da l’Adige 10/08/1983

La Chiesa di oggi vista da un naïf

La poetica pascoliana che vede in ogni uomo uno spirito semplice ed ingenuo da
fanciullo, che trovava profonda eco nelle nostre esperienze giovanili sui banchi della
scuola e che ci ha lasciati perplessi avanzando negli anni, è tutt’altro che spenta nella
cultura e nelle sue manifestazioni di oggi. L’uomo, ad onta del progresso, rimane fedele
a sè stesso ed ai suoi ideali, in massima parte più propenso a vedere il mondo con
“occhiali verdi”, quelli del sentimento, di kantiana memoria, piuttosto che ad evidenziare
la sostanza spesso piacevole dei fatti. Così nelle sue creazioni della fantasia, il mondo, i
fatti, i personaggi sono avvolti da un velo di emotività che coinvolge anche gli altri
trascinando spesso i moti del suo animo.
Senza queste premesse sarebbe dicile riuscire a capire non il contenuto perché è
evidentissimo e nemmeno il movente emozionale perché è spontaneo, ma tutta la
poetica delle sue opere naive di Arturo Livio Baldo, un nostro concittadino trapiantato
nel Padovano.
Il modo ingenuo, ma sincero di concepire le forme dell’arte pittorica più povera, ma
anche più popolare dell’espressione gurativa, trovano in lui un valido interprete, non
tanto per quella successione di immagini che descrivono nel quadro «il fatto», quanto
per l’aderenza ad una pittura primitiva, spontaneamente nascente dall’esperienza del
quotidiano, facilmente comprensibile ed umilmente accettata come portatrice di messaggi
umani e sociali.
Nei temi arontati dalle sue opere, il pittore evidenzia soprattutto gli aspetti umani,
descrittivi, quasi un susseguirsi di azioni che richiamano sia le illustrazioni infantili che le
rappresentazioni popolari adate alle piccole compagnie lodrammatiche di paese.
Tuttavia queste narrazioni non si riferiscono a personaggi della realtà quotidiana, ma a
grosse personalità della storia contemporanea; i papi soprattutto rivestono un ruolo di
primo piano in tutto il discorso pittorico di Baldo, la loro partecipazione alla vita
dell’umanità in questi ultimi anni ha suggestionato l’animo semplice dell’artista che
nella semplicità dell’esposizione si avvicina con rispetto e dignità ai fatti ed alle persone.
Il fatto dei riconoscimenti che gli sono sopravvenuti da parte della critica, ma anche da
parte della gente umile che nalmente ha «visto» e letto un messaggio nei quadri, è la
conseguenza della popolarità che accompagna e distingue sia il pittore che le sue
opere.
La novità, a nostro avviso, consiste proprio in questo manifestarsi con un linguaggio
comprensibile e leggibile, mantenendo delle caratteristiche personali ed originalissime,
tali da affrontare le loro radici in una religiosità della vita e del misticismo della saggezza
popolare, ma anche nella consapevolezza che fatti e personaggi hanno in sè un qualcosa
che muove i loro passi e tira le fila delle loro azioni.
È l’antica lezione dei quadri «ex voto» dei santuari, è la logica religiosa delle sacre
rappresentazioni medioevali, è la serenità che lo spirito dell’uomo rachhiude in sè stesso
per offririla agli altri come in dono prezioso, da conservare, senza retorica, ma con molta
umiltà.
Tutto questo appare nei quadri di Arturo Livio Baldo, una lezione di vita dentro che la
storia del mondo, ma anche la consapevolezza che non è l’uomo a decidere poi delle
sue sorti: un messaggio da non sottovalutare.
Ester Martinelli

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